LA STORIA DI SAN CAMILLO DE LELLIS

In questo articolo vi vorrei parlare della storia di San Camillo de Lellis, un santo italiano vissuto tra il XVI e il XVII secolo e fondatore di un ordine religioso maschile cattolico, quello dei Camilliani.

Veduta di Bucchianico, città natale di San Camillo de Lellis, ai giorni nostri.
Ra Boe [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)]

Camillo de Lellis nacque a Bucchianico (clicca qui per vedere il posto su Google Maps), in Abruzzo, il 25 maggio del 1550, domenica di Pentecoste. Suo padre si chiamava Giovanni de Lellis ed era un ufficiale al servizio del Regno di Spagna; sua madre invece si chiamava Camilla de Compellis e, quando partorì Camillo, aveva già 60 anni. L’anzianità della madre causò la scomparsa di quest’ultima quando Camillo aveva soli 13 anni.

All’inizio la vita di Camillo fu tutt’altro che simile a quella di un santo. Crescendo, infatti, si dimostrò essere pigro e dal carattere iracondo. Il padre, vedendo ciò, decise di mandarlo a combattere. Nel 1750, però, Camillo contrasse un’ulcera al piede e fu costretto ad abbandonare la vita militare e a recarsi all’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili, a Roma. Qui venne curato, fortunatamente con successo, e venne assunto, una volta guarito, come inserviente dell’ospedale. Ma Camillo dimostrò di avere scarsa attitudine al lavoro e, perciò, venne allontanato dall’ospedale dopo poco tempo.

In seguito all’esperienza dell’ospedale e alla morte del padre, avvenuta contemporaneamente, Camillo decise di tornare alla vita militare, combattendo come mercenario per la Repubblica di Venezia, prima, e per il Regno di Spagna, poi.

Ma anche quella di mercenario, come quella di inserviente, fu un’esperienza breve: infatti, dopo poco tempo, Camillo abbandonò le armi e cominciò a vagabondare per tutta la penisola italiana, conducendo una vita dissoluta.

Ma, ad un certo punto, la vita di Camillo cambiò radicalmente. Infatti, nel suo vagabondare per l’Italia, un giorno venne assunto dai monaci del convento cappuccino di Manfredonia, in Puglia, che lo mandarono al convento di San Giovanni Rotondo per compiere una commissione. E fu durante il ritorno da questo convento a quello di Manfredonia, più precisamente il 2 febbraio del 1575, che in Camillo avvenne improvvisamente una conversione, che fece nascere in lui il desiderio di divenire un frate cappuccino nel convento di Trivento, situato in Molise. Ma il suo desiderio venne purtroppo ostacolato dal ritorno dell’ulcera al piede di cui aveva già sofferto da giovane.

Ritratto di San Camillo de Lellis
WIKIMEDIA COMMONS

Il ritorno dell’ulcera lo costrinse a recarsi di nuovo, come aveva fatto da giovane, all’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma, dove rimase per quattro anni. Mentre si trovava in ospedale sorse in lui il desiderio di dedicarsi alla cura degli infermi, desiderio che, nell’agosto del 1582, lo spinse a fondare, assieme ad altri cinque che avevano deciso come lui di assistere gli infermi, la Compagnia dei Ministri degli Infermi. Camillo, inoltre, si trasferì in un convento e incominciò ad assistere gli infermi dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, situato sempre all’interno della città di Roma. Poi, nel 1583, Camillo, guidato spiritualmente da Filippo Neri (divenuto poi anch’egli santo), fu ordinato sacerdote.

Successivamente, nel 1590, a Roma scoppiò una carestia, durante la quale Camillo e gli altri membri della sua Compagnia dei Ministri degli Infermi andarono per tutta la città a prestare aiuto ai migliaia di malati e affamati. Un gesto eroico che catturò l’attenzione di Papa Gregorio XIV, il quale decise di riconoscere la Compagnia – i cui statuti erano già stati approvati il 18 marzo del 1586 da Papa Sisto V – come ordine religioso con il nome di Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (comunemente detto “dei Camilliani”), del quale Camillo ne assunse la direzione.

Nel corso degli anni Camillo fondò altre comunità camilliane in diverse città italiane – tra le quali Mantova, Milano, Genova, Bologna e Napoli – perché queste prestassero aiuto agli ospedali locali, come avevano fatto a Roma lui e i cinque membri originali dell’ordine.

Ma, invecchiando, Camillo si ammalò e dovette lasciare la direzione dell’ordine nel 1607, pur continuando ad assistere i malati. Morì pochi anni dopo, il 14 luglio 1614, all’età di sessantaquattro anni. Le sue spoglie furono tumulate nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma, ancor oggi sede della curia generale dell’ordine dei camilliani. Il suo cuore fu invece trasportato al suo paese natale, Bucchianico.

Camillo de Lellis venne proclamato beato da Papa Benedetto XIV il 7 aprile del 1742. Venne poi santificato, sempre da Benedetto XIV, il 29 giugno 1746.

È attualmente considerato dalla Chiesa Cattolica Patrono degli ospedali, dei malati e degli infermieri assieme a San Giovanni di Dio, Protettore particolare della sanità militare italiana e Patrono dell’Abruzzo assieme a San Gabriele dell’Addolorata. Inoltre, la sua memoria viene celebrata ogni anno il 14 luglio o il 18 (nella Forma Straordinaria).

Per saperne di +:

Camillo de Lellis

Chierici Regolari Ministri degli Infermi

Chiesa di Santa Maria Maddalena (Roma)

Ospedale di San Giacomo degli Incurabili