IL TENRIKYO

Oggi vi parlerò del Tenrikyo, un nuovo movimento religioso monoteista fondato in Giappone nel 1838 circa dalla contadina Nakayama Miki.

IDENTIKIT

Simbolo:

WIKIMEDIA COMMONS

Credenti: 2.000.000 circa

Divinità: Tenri-O-no-Mikoto

Libro sacro: Ofudesaki (in italiano La Punta del Pennello)

Nascita: 1838 circa

Fondatrice: Nakayama Miki

STORIA

Nakayama Miki in un dipinto giapponese risalente al regno dell’Imperatore Meji (che va dal 1868 al 1912)
WIKIMEDIA COMMONS

Il Tenrikyo è stato fondato dalla contadina giapponese Nakayama Miki, nata nel 1798 nella prefettura di Nara (clicca qui per vedere dove si trova su Google Maps). Era una donna molto religiosa, una buddhista estremamente praticante; tanto che da giovane desiderava diventare monaca, ma i suoi genitori la costrinsero a sposarsi.

Nel 1838 prese parte a un esorcismo buddhista, durante il quale, come narrato nel Ofudesaki (il libro sacro del Tenrikyo), Tenri-O-no-Mikoto (l’unico Dio del Tenrikyo) le diede alcune rivelazioni e le chiese di entrare in lei e di fare del suo corpo il suo Tempio. Quest’evento può essere considerato la nascita del Tenrikyo.

In seguito alla morte di suo marito, Nakayama Zembei, Miki e sua figlia Kokan decisero di abbandonare tutti i loro averi e dedicarsi alla predicazione delle rivelazioni che nel 1838 Tenri-O-no-Mikoto diede a Miki, raccogliendo molti seguaci. Questi coniarono un epiteto, utilizzato ancor oggi dai tenrichisti, per riferirsi a lei: “Oyasama” (che in giapponese significa “la madre onorata”)

Miki, tra il 1866 e il 1882, mise per iscritto le rivelazioni dategli da Tenri-O-no-Mikoto nel Ofudesaki (in italiano “La Punta del Pennello”), il libro sacro tenrichista, e stilò la liturgia del Tenrikyo, ricca di aspetti provenienti dal Buddhismo giapponese.

Nakayama Miki morì nel 1887, a ottantanove anni.

Nel lungo periodo che va dalla morte di Nakayama Miki alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la vita per i tenrichisti in Giappone non fu facile. All’epoca infatti lo Shintoismo era la religione di Stato dell’Impero Giapponese e le altre religioni erano perseguitate. Per evitare di essere perseguitati i tenrichisti tentarono, dapprima, di legarsi ad una setta buddhista; ma alla fine, furono costretti ad accettare di essere catalogati dal governo giapponese come “setta shintoista” e di integrare alcuni aspetti della religione shintoista nella propria liturgia, per non essere perseguitati. Per fortuna, nel 1945 lo Shintoismo smise di essere la religione di Stato giapponese, i tenrichisti poterono finalmente praticare la loro fede in piena libertà e il Tenrikyo fu finalmente riconosciuto come religione e non “setta shintoista”.

DIFFUSIONE

Nel mondo i seguaci del Tenrikyo, detti tenrichisti, sono circa 2.000.000. La maggioranza di questi, 1.500.000 si trova in Giappone, tuttavia sono presenti comunità anche negli altri paesi del mondo.

RELIGIONE

CREDO E PRINCIPI BASE

Il Tenrikyo è una religione monoteista, cioè che professa un unico Dio benevolo e creatore. Questi è chiamato Tenri-O-no-Mikoto (in giapponese “Dio il genitore”) e ha la volontà che tutti gli uomini riescano a essere felici durante la loro vita. I tenrichisti credono anche che per comprendere appieno Tenri-O-no-Mikoto un credente deve affrontare un percorso di comprensione di tre fasi:

  1. Kami, comprensione del concetto della presenza di Tenri-O-no-Mikoto nella vita quotidiana
  2. Tsukihi, comprensione del concetto di Tenri-O-no-Mikoto creatore della natura
  3. Oya, comprensione del concetto di Tenri-O-no-Mikoto padre di tutta l’umanità

La pratica spirituale più importante per un tenrichista è quella di avere una Vita gioiosa, detta Yoki Gurashi/Yusan, cioè senza commettere peccati.

Parlando di peccati, bisogna dire che i tenrichisti non li chiamano in questo modo, bensì polvere mentale. Inoltre, credono che esistano ben otto tipologie di queste polveri:

  1. Oshii, l’avarizia
  2. Huoshii, l’ingordigia
  3. Nikui, l’odio
  4. Kawai, l’egoismo
  5. Urami, il risentimento
  6. Haradachi, la rabbia
  7. Yoku, l’avidità
  8. Koman, l’arroganza

Se un tenrichista ha della polvere mentale (ha commesso dei peccati, ndr), deve “spazzarla via” da se, tramite l’hinokishin – pratica svolta anche per ringraziare Tenri-O-no-Mikoto – che consiste nel compiere buone azioni.

Infine, i tenrichisti credono nella reincarnazione e che Tenri-O-no-Mikoto abbia “prestato” loro i corpi che hanno nella vita attuale, quelli che avevano nelle vite precedenti e quelli che avranno in quelle future.

IL TESTO SACRO

Una copia dell’Ofudesaki contenente il testo di questo in inglese, giapponese e giapponese scritto con il nostro alfabeto
Lewis Nakao [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)]

Il testo sacro del Tenrikyo – come già detto nel paragrafo “Storia” – è l’Ofudesaki, parola giapponese che in italiano significa “La Punta del Pennello”, scritto da Nakayama Miki tra il 1866 e il 1882. Contiene le rivelazioni dategli da Tenri-O-no-Mikoto, che costituiscono i punti più importanti della religione tenrichista.

L’Ofudesaki venne scritto da Nakayama Miki in giapponese ma, con la diffusione del Tenrikyo anche al di fuori del Giappone, nel corso degli anni è stato tradotto in molte altre lingue.

Per saperne di +: